ASVe, Documenti Turchi, Box 8, Item 1022, Unfoliated

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Date Created
1591-09-07
Language
Resource Type
Physical Form
Page Total
1 item
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Topic
Mentioned Place
Transcription - Plain
Trad.ne della Pollizza di Achmatbey p'ntata ell'Ecc.mo Coll. à 7 Sett.re 1591 Quello, ch'alla vostra alta presenza (feliciss.mo Doge, et famosiss.mi Ss.ri) questo vero, et real vostro amatore fà saper è questo; che havevamo già supplicato la sublimità vostra in proposito del negotio di quei Hebrei, che di continui son'o al servitio nostro, ilquale ancor' che promesso ci havessero di spedirlo, no' dimeno non si hà sin' hora veduto apparire niun segno di pietà verso i detti poveri, et no' è cosa che non possa esser agevolmente concessa dalla benignità loro; per ciò che noi senza la saputa nè di Vicenzo, nè di altro in proposito di quella quantità di Cicchini, chè l'Ill.mo Beiler Behi dimandava, (la cui chiarezza, et segno credo sia appunto nelle mani sue) feci sì che le parole mie hebbero effetto appresso il detto Bassà in cosa di tanto importanza, che si risolsedi mandarlo co' esso noi et esso poi ci tolse dalle mani co' diverse astutie à Zarra p[er] haver noi prestato fede, e credenza alla sua ba[r]ba banca si che se noi s'habbiamo tanta affaticato in cosa di tanto importanza, et in fare che tanto numero di essercito fosse quietato, non è cosa (p[er] avventura) tanto inpossibile che in una si minima cosa dimandata, et aspettata dà noi già cinque ò sei giorni sono circa li detti Hebrei, possi la nostra dimanda esser dà loro essaudita; et per gr'a d'Iddio, il quale laudato sia som'ame'te che ottenuto habbiamo presso li molti principaliss.mi SS.ri sino gratia di liberar dalla morte infiniti condannati, P[er]cio si desidera, che voglino per questa fiata esser contenti di fare gr'a, e favore di espedire, et liberar li sopradetti huomini, chil tutto è rimesso, et riportato all'alto favore, et cortesia loro. Nei passati giorni quando venne Vicenzo à Bagnaluca, faccendo una nota di alcune cose, come sarebbe à dire di veludo di Damasco, panni di lana, Zuccaro, malvagia, risi, specchi, et altre cose minute la qual nota presentata haveva p[er] le mie mani al Bassà, affine ch'il negotio suo fosse recato à bon fine, una copia della qual nota mi ritrovo haver io qui appresso, p[er]ciò convenevol cosa è anzi necessaria p[er] dir meglio che le parole, et promesse siano osservate, p[er]ciò che promesso haveva una volta cosi un huomo di Ragusei no' sò che cosa al q. Ferat Bassà, et vededo doppo egli mutarsi dal suo loco no' volsero attendere alla promessa loro, onde p[er] tal cagione sino al prese'te giorno riescono essi ragusei dà ogni Beiler Behi che viene di affronti; et straniezze[?] nei principio[?] di lor regime'ti; si che essendo voi SS.ri di ampla fama e grandezza hò voluto narrare il successo del fatto p[er] no' dar occasione di ricever qualche disgusto, e mala sodisfatione di questo loro amatore dicendo che io no' gli habbia di ciò dato aviso, et notitia, et se per caso olesse Vicenzo ciò negare si potrà dar giurame'to ad Andrea, et dimandargli che si verrà[?] a sapere se il fatto passa veramente così ò nò: ma pacienza, non si può far altro, solo questo mi duole che le molte cose che sono successe e seguite o' siano dà voi sapute, e conosciute; et no' vi havete anco voluto elegere di trattar co' noi alcua cosa di quelle cose segrette, che l'Ill.mo Bassa hà ordinato, quasi che dà noi sia stato ommesso qualche notabil errore, et se è cosi, che potrebbe anco esser p[er] esser noi faccili di cadere negli errori essendo l'humana natura assai fragile n.o' si meravigliano punto[?] ci perdonara'no p[er] opera di cortesia l'error commesso. Pregovi[?] valoriss.mi miei SS.ri che vogliate esser contenti di commettere, che le lettere, che sono state richieste p[er] i ministri di sebenico, e tragù siano scritte, et quello che l'ha da scrivere, scrissi (di gratia) efficacemente, et similmente quella chiarezza, ch'ha dà restare nelle mani del Emin p[er] che essendosi soliti di muttarsi spesso li ministri, possa l'Emin mostrar l'honorato vostro Com'andamento à quelli che di novo vengono; et mi perdona certo[?] se gli ho dato molestia alle lor honorate teste co' la lunghezza del mio scrivere, et questo officio desidera di fare io in persona, mà p[er] dubbio di no' molestar l'animo loro mi son rimasto di farlo, scrivendo in quel canbio[?] la pred.a[?] lettera alla lor alta, et osservata presenza; però p[er] la lor imensa bonta, et cortesia sara'no contenti di comandare, et ordinar quello che è necessario p[er] li sopradetti fatti, ò ero mi diano licentia, che possi in persona venire à parlargli, et pregarli. Humiliss.mo Amatore Amed. Tradutta p[er] mè Giacomo de Nores Interprete delli Cl.mi SS.ri Cinque savij. etc:
Gregorian Date Qualifier
Gregorian Date
à 7 Sett.re 1591
Schema Type
Manuscript
Identifier
61220/utsc68440
Local Identifier
doc_dragoman_venetian_archive_290
Transcribed Place
Gregorian Date (RAD)
9/7/1591
Reformatting Quality
preservation
Digital Origin
reformatted digital
Internet Media Type
Cataloguing Language
Transcription
Trad.ne della Pollizza di Achmatbey p'ntata ell'Ecc.mo Coll. à 7 Sett.re 1591 Quello, ch'alla vostra alta presenza (feliciss.mo Doge, et famosiss.mi Ss.ri) questo vero, et real vostro amatore fà saper è questo; che havevamo già supplicato la sublimità vostra in proposito del negotio di quei Hebrei, che di continui son'o al servitio nostro, ilquale ancor' che promesso ci havessero di spedirlo, no' dimeno non si hà sin' hora veduto apparire niun segno di pietà verso i detti poveri, et no' è cosa che non possa esser agevolmente concessa dalla benignità loro; per ciò che noi senza la saputa nè di Vicenzo, nè di altro in proposito di quella quantità di Cicchini, chè l'Ill.mo Beiler Behi dimandava, (la cui chiarezza, et segno credo sia appunto nelle mani sue) feci sì che le parole mie hebbero effetto appresso il detto Bassà in cosa di tanto importanza, che si risolsedi mandarlo co' esso noi et esso poi ci tolse dalle mani co' diverse astutie à Zarra p[er] haver noi prestato fede, e credenza alla sua ba[r]ba banca si che se noi s'habbiamo tanta affaticato in cosa di tanto importanza, et in fare che tanto numero di essercito fosse quietato, non è cosa (p[er] avventura) tanto inpossibile che in una si minima cosa dimandata, et aspettata dà noi già cinque ò sei giorni sono circa li detti Hebrei, possi la nostra dimanda esser dà loro essaudita; et per gr'a d'Iddio, il quale laudato sia som'ame'te che ottenuto habbiamo presso li molti principaliss.mi SS.ri sino gratia di liberar dalla morte infiniti condannati, P[er]cio si desidera, che voglino per questa fiata esser contenti di fare gr'a, e favore di espedire, et liberar li sopradetti huomini, chil tutto è rimesso, et riportato all'alto favore, et cortesia loro. Nei passati giorni quando venne Vicenzo à Bagnaluca, faccendo una nota di alcune cose, come sarebbe à dire di veludo di Damasco, panni di lana, Zuccaro, malvagia, risi, specchi, et altre cose minute la qual nota presentata haveva p[er] le mie mani al Bassà, affine ch'il negotio suo fosse recato à bon fine, una copia della qual nota mi ritrovo haver io qui appresso, p[er]ciò convenevol cosa è anzi necessaria p[er] dir meglio che le parole, et promesse siano osservate, p[er]ciò che promesso haveva una volta cosi un huomo di Ragusei no' sò che cosa al q. Ferat Bassà, et vededo doppo egli mutarsi dal suo loco no' volsero attendere alla promessa loro, onde p[er] tal cagione sino al prese'te giorno riescono essi ragusei dà ogni Beiler Behi che viene di affronti; et straniezze[?] nei principio[?] di lor regime'ti; si che essendo voi SS.ri di ampla fama e grandezza hò voluto narrare il successo del fatto p[er] no' dar occasione di ricever qualche disgusto, e mala sodisfatione di questo loro amatore dicendo che io no' gli habbia di ciò dato aviso, et notitia, et se per caso olesse Vicenzo ciò negare si potrà dar giurame'to ad Andrea, et dimandargli che si verrà[?] a sapere se il fatto passa veramente così ò nò: ma pacienza, non si può far altro, solo questo mi duole che le molte cose che sono successe e seguite o' siano dà voi sapute, e conosciute; et no' vi havete anco voluto elegere di trattar co' noi alcua cosa di quelle cose segrette, che l'Ill.mo Bassa hà ordinato, quasi che dà noi sia stato ommesso qualche notabil errore, et se è cosi, che potrebbe anco esser p[er] esser noi faccili di cadere negli errori essendo l'humana natura assai fragile n.o' si meravigliano punto[?] ci perdonara'no p[er] opera di cortesia l'error commesso. Pregovi[?] valoriss.mi miei SS.ri che vogliate esser contenti di commettere, che le lettere, che sono state richieste p[er] i ministri di sebenico, e tragù siano scritte, et quello che l'ha da scrivere, scrissi (di gratia) efficacemente, et similmente quella chiarezza, ch'ha dà restare nelle mani del Emin p[er] che essendosi soliti di muttarsi spesso li ministri, possa l'Emin mostrar l'honorato vostro Com'andamento à quelli che di novo vengono; et mi perdona certo[?] se gli ho dato molestia alle lor honorate teste co' la lunghezza del mio scrivere, et questo officio desidera di fare io in persona, mà p[er] dubbio di no' molestar l'animo loro mi son rimasto di farlo, scrivendo in quel canbio[?] la pred.a[?] lettera alla lor alta, et osservata presenza; però p[er] la lor imensa bonta, et cortesia sara'no contenti di comandare, et ordinar quello che è necessario p[er] li sopradetti fatti, ò ero mi diano licentia, che possi in persona venire à parlargli, et pregarli. Humiliss.mo Amatore Amed. Tradutta p[er] mè Giacomo de Nores Interprete delli Cl.mi SS.ri Cinque savij. etc: